Venti di "Niente"

di Maria Giovanni Pastega

Anno 2010

pagg 32

Cm 12x15

ISBN 9788896753224

Sono raccolti e offerti qui per la prima volta dei testi poetici scritti da una persona che nella vita “fa dell’altro” e che, probabilmente proprio per questo, è capace di sentire la necessità e la libertà di quel particolare tempo-spazio che “è la poesia”. Si tratta di brevi composizioni raccolte secondo l’unica sistematicità di esser venute una dopo l’altra nell’arco degli anni a dirsi, a darsi, a farsi scrivere (a scrivere chi le ascoltava), a parlare a chi le scriveva e forse a chi le leggerà. Il “fare dell’altro” e I’ “essere poesia” non sono affatto due stati inconciliabili; al contrario fondano il vuoto intermedio in cui si manifestano le immagini (fuggitive e perenni, corpo e sogno dell’esistenza) e da cui emerge, sempre da esse provocata, l’ansia di dirle. Un’ansia essenziale, libera dalla preoccupazione della sua propria veste tecnica e generica – verso, sentenza, detto, aforisma – senza per questo venir meno alla compattezza di forma e senso; come ogni moto primigenio, quest’ansia dà voce a quello che c’è, che non c’è più, che c’è ancora, al noto e all’ignoto, punte d’anima che, intrecciate, compongono le parti del dialogo tra il corpo e il cuore propri e d’altri, tra unisono e distruzione.
Si può essere dominatori di solitudini e imperatori del piacere e continuare a vivere, anzi vivere sempre più intensamente, ma l’orizzonte rimarrà sempre – che lo vogliamo o no – un orizzonte di autore. Un poeta sa quanto buio ci vuole per fare l’alba. Niente è una cosa accaduta, che per arte e forza continua ad accadere. Si tratta, forse, di un libro di poesie o – che è lo stesso – della registrazione di questi istanti folgoranti ai quali l’uomo attinge e dai quali è attinto, simultaneità di assoluto e di evanescente, di suono e di silenzio, di dramma e di vuoto, oltre tutte le contrapposizioni e oltre ogni dualismo, che pure sono laceranti. Una impossibile conciliazione che ha reso possibile e rende continuamente vero esperire la vita come desiderio e incontro. Poiché tutta la poesia è sempre e solo d’amore. E l’amore è niente e tutto.
Tutto – niente – è molto semplice.

Maria Pertile

Venti di "Niente"

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