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Nicola Zarbo e "Storia di cosa nostra in Sicilia"

Nicola Zarbo con in mano il suo ultimo libro: "Storia di Cosa Nostra in Sicilia - Dalle origini alla fine della Prima Repubblica"

Abbiamo chiesto a Nicola Zarbo di parlarci brevemente del suo ultimo libro uscito per Panda Edizioni. Vediamo cosa ci ha risposto:

 

Da dove è partita l’idea di scrivere questo libro?

La passione per la scrittura e la Storia l’ho avuta fin da bambino. Sognavo, infatti, di pubblicare un giorno un libro che trattasse un argomento storico.

In particolare, l’idea di scrivere un libro sulla storia della Mafia in Sicilia è maturata nel mio ambito lavorativo, essendo un appartenente alle Forze dell’Ordine in servizio proprio in Sicilia, e nel tentativo, spero riuscito, di mettere a frutto le mie competenze di storico acquisite nelle aule universitarie (essendo, peraltro, laureato in Storia Moderna Contemporanea e in Strumenti e metodi della ricerca storica).

 

Quanto tempo ci è voluto per scriverlo, compreso il tempo per la documentazione? Che sensazioni ha provato prendendo in mano il frutto della sua fatica letteraria?

Dopo più di un anno di ricerca delle fonti, di confronto delle stesse e stesura del saggio, l’occasione è arrivata grazie alla casa editrice Panda del Dott. Tralli. La casa editrice mi ha aiutato molto, mi ha seguito passo dopo passo e il nostro rapporto di “collaborazione” ha prodotto questo libro che mi sono ritrovato tra le mani con un’esplosione di emozioni che andavano dall’incredulità alla gioia, dalla soddisfazione alla voglia di ributtarsi nella mischia per una nuova “battaglia editoriale”.

 

Quale episodio della lunga storia di Cosa Nostra ha scoperto in particolare durante il suo studio? O quale l’ha colpita per la sua importanza?

Il mio lavoro di ricerca mi ha permesso di imbattermi in aneddoti molto curiosi. Quello che mi ha colpito maggiormente riguarda la collaborazione della mafia americana e siciliana allo sbarco alleato in Sicilia, durante la seconda guerra mondiale. A tal proposito, un episodio eclatante fu quello del famoso vessillo giallo con una “L” ricamata. Si racconta che la mattina del 14 luglio 1943 un aereo da caccia americano comparve nel cielo di Villalba, un piccolo paese in provincia di Caltanissetta, patria e quartier generale del capo indiscusso di tutta la mafia siciliana, don Calogero Vizzini, detto “don Calò”. L’aereo americano arrivò quasi a lambire le case e fu visibile a tutti i paesani, incuriositi dalla presenza di quel velivolo, lo stendardo che svolazzava ai lati della carlinga: era un drappo di color giallo oro con al centro disegnata una grande “L” nera. Venne poi paracadutato un messaggio per Don Calò. Dopo averlo letto, il boss immediatamente ordinò ai suoi uomini di guidare le divisioni motorizzate alleate sulla strada “più sicura”. Lui stesso avrebbe accompagnato il Comandante in capo!

 

A chi si rivolge questo suo testo? Chi vorrebbe che lo leggesse, o a chi pensa che potrebbe essere utile la lettura?

Il libro è stato scritto principalmente per i giovani al fine di introdurli nell’annosa questione della mafia in modo facile e diretto ma con rigore storiografico, al fine di diffondere quella cultura della legalità da contrapporre alla cultura dell’illegalità diffusa dal potere mafioso.

 

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