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Matteo Tamburelli e "L'assassino delle bambole"

Matteo Tamburelli con in mano la sua ultima opera: "L'assassino delle bambole", il suo quinto libro uscito per Panda Edizioni

Abbiamo chiesto a Matteo Tamburelli di parlarci brevemente del suo ultimo libro uscito per Panda Edizioni. Vediamo cosa ci ha risposto:

 

Che avventura affronta Novaretti ne “L’assassino delle bambole”? Il suo passato continua a seguirlo con il suo carico pesante?

Salve a tutti! Questo romanzo è ambientato nel 1955, sette anni dopo l’ultima avventura del commissario. Ritroviamo Novaretti nel suo tradizionale ruolo di dirigente di Pubblica Sicurezza, rientrato dopo il periodo dell’epurazione e una brutta situazione che l’ha portato vicino alla morte, e si è perfino laureato, sostenuto e aiutato sia da sua moglie Anna che dall’amata figlia Linda.
Ha ottenuto un trasferimento accelerato da Padova a Baldovino, la sua città adottiva, perché un inquietante assassino seriale ha ucciso tre donne negli ultimi tre mesi. Questo omicida, che le autorità hanno ribattezzato “l’Assassino delle bambole” per la presenza appunto di vecchie bambole di pezza sulla scena del crimine, è solito strangolare le sue vittime femminili in luoghi appartati e lasciarle sul terreno, in una strana posizione. L’unico altro indizio, disposto nei pressi delle bambole, è sempre la costante presenza della stessa carta dei tarocchi: quella che simboleggia la morte.
Costui, che oggi chiameremmo un “serial killer”, sarà il sanguinoso mistero che Novaretti dovrà affrontare per tutta la durata del romanzo. Un tipo di crimine spaventoso e il caso più difficile che gli sia mai capitato, con profondi aspetti psicologici e drammatici.
Per Novaretti, tuttavia, non sarà semplice ignorare il suo passato ingombrante. Il suo ruolo politico e repressivo nel vecchio regime lo accompagna come un’ombra scomoda, da cui difficilmente riesce a staccarsi.
E anche perché è un uomo diverso, più attivo per sua stessa volontà in alcune vicende spionistiche che riguardano l’inizio dello scontro della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Urss. Un tipo di attività questa che lo riporterà su un pericoloso sentiero, per motivi che poi scoprirete, e che metterà in crisi il suo equilibrio famigliare. Soprattutto il rapporto con sua figlia, che ormai è una giovane donna in cerca di indipendenza.

 

Sei giunto al tuo quinto libro con Panda, il sesto in totale, come vivi il tuo ruolo di scrittore?
Innanzitutto voglio ringraziare di cuore la Panda Edizioni, principalmente nella figura del direttore editoriale Andrea Tralli, che mi ha dato questa grande opportunità. Ritengo che sia davvero meraviglioso poter raccontare storie e vederne, io stesso in primis, gli sviluppi nel corso degli anni.
Per me scrivere è qualcosa di fondamentale, a cui difficilmente riuscirei a rinunciare. Mi dà un senso di libertà e gioia. Sono ancora più felice e onorato, ovviamente, quando vedo che i miei romanzi sono piaciuti e hanno rallegrato, o magari alleggerito, le ore di qualche lettore.
Vorrei poter continuare e coinvolgere un pubblico sempre maggiore nelle mie opere, con la speranza di non annoiare mai nessuno.

 

C’è qualcosa che bolle in pentola per il futuro? Cosa ci puoi anticipare, senza rivelare troppo?
Ho ultimato un romanzo, ambientato svariati decenni dopo questo, nella seconda metà degli anni ‘80. È un nuovo protagonista, in cui credo molto, e con una storia altrettanto particolare.  Al momento, invece, sto lavorando su un romanzo ambientato in America. Entrambi saranno, come è mia consuetudine e passione, due gialli storici e tratteranno crimini emblematici per il periodo in cui si svolgeranno.

 

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