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Alessandro Pezzin e "Alta, che eà se suga!"

La copertina di "Alta, che eà se suga!", il primo libro di Alessandro Pezzin

Abbiamo chiesto ad Alessandro Pezzin di parlarci brevemente del suo ultimo libro uscito per Panda Edizioni. Vediamo cosa ci ha risposto:

 

Quando e perché ti è venuto in mente di scrivere il tuo libro?

Ho iniziato a pensare a questo libro durante gli anni del dottorato di ricerca. Mi occupavo di lingue speciali – anche quella del calcio lo è – ed ero particolarmente attento a tutti gli spunti che potessero essere utili, per una ricerca o per una semplice riflessione sulla lingua. Seguendo le partite, seduto lì, in tribuna, mi sono reso conto che le battute dei tifosi, le loro espressioni linguistiche costituivano un piccolo tesoro. Potevano essere interessanti e stimolanti tanto per uno studio, per un lavoro accademico, quanto per una pubblicazione più leggera, qualcosa che, semplicemente, permettesse a un pubblico ampio di godere dello spettacolo che ogni domenica, parallelamente a quello del campo, va in scena sugli spalti del calcio dilettantistico della provincia veneta. Ho scelto questa seconda opzione. Permette di coinvolgere e – spero – divertire tante persone, su più piani. Inoltre la chiave leggera, comica si attaglia bene alla natura stessa del materiale che ho raccolto. L’idea di fondo è trasferire sulla pagina il divertimento di cui si gode la domenica in tribuna.

 

Che importanza ha il calcio nella tua vita?

Oltre che una parte della mia vita professionale, il calcio, per me, è – ed è sempre stato – divertimento, una forma pura e genuina di divertimento, a portata di tutti. Penso che sia lo sport più “democratico”, perché non serve una particolare struttura fisica per praticarlo: alti o bassi, muscolosi o minuti, tutti possono dire la loro sul rettangolo verde. Perché necessita di pochissima attrezzatura, e poco costosa, per essere praticato: una palla, qualcosa per delimitare una porta, e c’è già una partita. Perché, pure nella declinazione dell’ipertrofico professionismo contemporaneo, rimane uno degli sport in cui più facilmente si sovvertono i pronostici, in cui gli outsider possono vincere. Basta pensare al Leicester di Ranieri o alla Grecia del 2004. Del calcio mi piace la capacità di aggregare, di far parlare di sé ma anche semplicemente di far parlare la gente. Tante volte, quando mi trovavo all’estero, quand’ero a confronto con persone nuove o di culture diverse, il calcio è stato un ponte. Genuinità, capacità di aggregare e divertire sono tutte caratteristiche che ritrovo ogni volta che prendo posto sui gradoni di uno stadio di provincia.

 

Qual è la tua storia di cronista sportivo?

Ho cominciato a seguire il calcio locale per il Gazzettino nel 2005 e da allora non ho più smesso, accompagnando l’attività di cronista sportivo con quella, più preponderante, di addetto stampa. Mi diverte molto e mi permette di mantenere stretto e vitale il legame col mondo del calcio, che ho frequentato da giovane come giocatore. Per alcuni anni, assieme alla cronaca sul giornale, ho fatto anche radiocronache per alcune piccole emittenti locali, collegandomi dallo stadio.

 

A chi consiglieresti il tuo libro?

Ai tifosi, ai giocatori, agli appassionati di calcio in genere, soprattutto di quello dilettantistico. Nelle pagine del libro possono ritrovare un mondo che conoscono bene, raccontato però da un altro punto di vista, con un taglio inedito. Possono riconoscere il campionario delle espressioni che fa da colonna sonora alla loro passione, ma anche approfondirlo e apprezzarlo da una diversa prospettiva. Inoltre, per i suoi contenuti, il libro può sicuramente essere stimolante per gli appassionati di dialetto, che costituisce la principale componente della lingua dei tifosi veneti. Infine direi che questo libro è indicato per chiunque abbia voglia di un’iniezione di buon umore, di concedersi qualche risata. Benché arricchito da approfondimenti e contestualizzazioni, il volume è pur sempre una raccolta di battute, un’antologia del buon umore sul modello di altre compilazioni votate all’intrattenimento, come ad esempio la celebre serie delle Formiche di Gino e Michele. E quindi si presta a una lettura agile, a un momento di svago.

 

Vai alla scheda del libro "Alta, che eà se suga!"

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