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Apertura delle librerie: facciamo il punto

Per tutti i lettori, e ovviamente per gli addetti ai lavori, l'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è stata una boccata d'ossigeno dopo un mese di apnea: le librerie possono riaprire, con tutte le cautele del caso. Ovvero i libri sono stati messi sullo stesso piano, o quasi, del cibo, delle sigarette e dei giornali. E anche dello shampoo per cani, ma andiamo avanti.

Sembrerebbe dunque un'ottima notizia: possiamo tornare ad acquistare i nostri amati #libri, approfittando di un periodo in cui il tempo per leggere non ci manca.

Ma non tutto è rose e fiori, e la semplice possibilità di riaprire le librerie ha scatenato una vera ridda, che dimostra come l'Italia, da secoli, è sempre la stessa: un gruppo eterogeneo e variegato di ducati, granducati, repubbliche e dominazioni, ognuno col suo pensiero singolo e ognuno con la convinzione di avere ragione. Questa eterogeneità, però, è sì un enorme ostacolo per la comprensione dell'«italianità» da parte dei non italiani, ma ricordiamo che è anche la chiave per capire perché esistano tante varietà storiche artistiche, architettoniche, culinarie, enogastronomiche e (perché no?) religiose che hanno reso l'Italia il Paese più bello (e buono) del mondo.

Dunque per le librerie... è il caos.

Possono riaprire, però:

- in Lombardia e Piemonte no, fino al 3 maggio

- in Emilia-Romagna sì, tranne nelle province di Piacenza e Rimini, nel Comune di Medicina e nella frazione di Granzanigo (dove immaginiamo siano numerosissime le librerie, non ce ne vogliano eh...)

- in Lazio sì, ma dal 20 aprile

- in Campania sì, ma i libri solo in edicole e supermercati

- in Sardegna sì, ma dal 26 aprile

- in Toscana sì, ma facendo rispettare la distanza di 1,8 metri (Dio sa perché)

- in Friuli-Venezia Giulia sì, ma con l'obbligo di mettere a disposizione guanti e/o soluzioni idroalcoliche per le mani

- in Valle d'Aosta sì, ma con un unico ingresso, una persona alla volta e su prenotazione

- in Veneto sì, ma due giorni a settimana, a scelta tranne festivi e prefestivi

- in Trentino-Alto Adige l'apoteosi: provincia di Bolzano sì, ma a distanza di almeno un metro, in attività che fanno solo quello (?) ed entro le 19, mentre a Trento invece no.

Che dire?

Intanto che l'associazione LED (che ammettiamo di aver ignorato finora) ha detto che non ci sta a essere usata come cavia (non sappiamo cosa ne pensino farmacisti, medici, infermieri e addetti dei supermarket, che non hanno mai chiuso), mentre le grandi catene riaprono, chi prima (Libraccio) chi dopo (Feltrinelli e Giunti).

Vabbè, diciamo che nel frattempo PDE ha stilato anche un elenco di librerie che, aperte o meno, hanno avviato la consegna a domicilio, ve lo linkiamo qui sotto.

Buon divertimento!

https://www.pde.it/2020/04/01/le-librerie-che-vi-portano-i-libri-a-casa/

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