Nel Silenzio Teso

di Silvana Weiller Romanin Jacur

Anno 2009

Pagg. 32

Cm 12x15

ISBN 9788896753002

Prefazione di Giorgio Segato

La parola, in ogni lingua, si forma dalle più svariate esperienze, positive o negative. Esse piano piano si intrecciano in una sintassi complessa, polisenso, di pensieri e di emozioni, non più semplicemente nome, ma suono ricco di riflessi, di affondi che si legano al contesto variabile. E scavano nelle loro concatenazioni, ma anche solo nel timbro e nel tono, il significato delle cose, dei sentimenti, delle emozioni esaltando valori e colori di dentro e di fuori, la densità del sentire la vita. Diventa sospensione evocativa, silenzio, memoria e sogno, attesa, fino ai più delicati umori, ai più raffinati sottili e nascosti. A volte ciò avviene anche senza la consapevolezza piena dell’autore, chiamato a dichiararsi e ad indagini e riparazioni di senso, elaborando sempre meglio una sintesi di significati libera, senza limiti, espansiva. Così la parola diventa racconto più e meno simbolico, più e meno ermetico e segreto, elastico a più significati, suggestione atmosferica dello spirito, dove di frequente interviene il colloquio diretto con Dio, nell’esplicazione delle disavventure e delle attese dell’anima, nella lettura del tempo che ci resta, nella sua realtà e nei suoi fantasmi, nelle ombre evocative e nei silenzi della sera e della notte. Il silenzio è momento centrale, nelle sue forme più diverse: silenzio teso, silenzio sospeso, silenzio ambrato, curvo silenzio del dolore, silenzio iridato, il silenzio del dolore della montagna antica e ferita. In questi silenzi, in questi notturni affogano i suoni; non si tratta di mutismi, di assenze mortali, bensì di un silenzio eloquente che sollecita l’anima e rinvigorisce le voci di dentro, del dialogo costante con se stessi e ne focalizza un più quieto e comprensibile ascolto, le premonizioni e i significati multipli delle esperienze. È il silenzio della beltà contemplata, che ti riempie l’anima con le gioie intime della conquista delle piccole e grandi emozioni, in cui ermetismo e simbolismo (venati appena di delicato romanticismo) sono segreti, ma ricchi. Sono il cielo, le stelle, la montagna ferita, l’amore, i colori, le solitudini, i sogni ma anche i disfacimenti. Il silenzio fornisce i modi delle rimarginazioni e delle rianimazioni, così da diventare lettura del senso dei temi fondamentali della vita. È in tal modo, che Silvana Weiller, con una poetica parola, avvincente, asciutta e sintetica, affronta l’esistenza con le sue ombre e penombre.

Nel Silenzio Teso

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