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Matteo Tamburelli e "Il mediatore scomparso"

Abbiamo chiesto a Matteo Tamburelli di parlarci brevemente del suo ultimo libro uscito per Panda Edizioni. Vediamo cosa ci ha risposto:

 

Com’è nata l’idea di questo libro?

Salve a tutti e ben ritrovati! A dire il vero, avevo iniziato a pensare a questo romanzo già da qualche anno. Avevo il desiderio di provare a creare qualcosa di nuovo, che potesse toccare alcune questioni particolari e avesse uno sviluppo autonomo dai miei lavori precedenti.

Ho incominciato a scriverci sopra e a buttare giù qualche idea, a modellare questa nuova ambientazione e in un attimo mi sono ritrovato ad avere la storia conclusa. Devo dire che è stato divertente e piacevole scriverla, quasi facile. Ringraziando infinitamente il mio editore, Andrea Tralli, ora è anche una storia pubblicata. Spero che possa intrattenere anche i lettori che saranno interessati alla mia opera.

 

Come mai hai scelto di ambientare questa avventura negli anni Ottanta?

Ho scelto gli anni '80 perché sono un periodo estremamente affascinante per il nostro Paese. Io stesso sono nato pochi anni dopo e ne ascolto sempre i racconti di mia madre, che li ha vissuti.

È l'epoca che ha rivoluzionato i consumi e il modo di vivere delle persone, con ampi riflessi ancora nell'attualità di oggi. Uno sviluppo economico davvero sorprendente e prodigioso che ha portato, altresì, notevoli problemi per l'ambiente che cerco di raccontare nei miei romanzi, cioè quello dei crimini e della cronaca nera. Basti pensare alle statistiche impressionanti sugli omicidi di quella decade, i problemi di droga e la scia del terrorismo. Credo che, a fianco delle sfavillanti luci del benessere e della leggerezza, ci fossero anche importanti tematiche di problemi sociali.

 

Da dove è nato il personaggio dell’investigatore Bruno Cammelli?

Bruno Cammelli è una persona perbene, con un passato particolarmente ricco di avvenimenti, non sempre gioiosi, che hanno contraddistinto la sua esistenza e che si possono scoprire nel corso del romanzo.

Sessantenne, ha lavorato per tanti anni, con fierezza, per l'Arma dei Carabinieri, prima che un destino crudele lo spingesse a dimettersi e a riciclarsi come investigatore privato.

È un uomo spiritoso e vivace, appassionato di musica e arte, ma che sta vivendo un momento difficile della sua vita, a causa di un infarto. Cerca di combattere la solitudine e la tristezza di quel momento immergendosi, forse anche troppo precocemente, nel caso che gli è capitato addosso d'improvviso.

Credo che possa rappresentare egregiamente i valori delle persone di quella generazione, quali il coraggio e la resilienza. L'importanza di non arrendersi e lottare per ciò che si reputa giusto. E poi, spero, che sia anche un messaggio per le persone in là con gli anni: si può sempre vivere ed essere importanti per il mondo che ci circonda, a prescindere dall'età.

 

Ultima domanda: e Novaretti?

Per quanto riguarda il commissario Novaretti, attualmente sta lavorando a un nuovo caso e, se le cose andranno bene, sentirete parlare nuovamente di lui.

 

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