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Perché, a diciannove anni dall'11 settembre, stiamo ancora combattendo il jihadismo?

Cosa non ha funzionato nell'estirpare il cosiddetto “regno del male”?

Probabilmente perché l'Occidente si è focalizzato su dei singoli Stati (Afghanistan, Iraq) con l'approccio “Global war on terrorism” - GWOT, ma così facendo sono stati impiegati decine di migliaia di uomini, sono stati spesi un'infinità di dollari... con risultati opinabili.

Ancora oggi infatti si parla di terrorismo jihadista, ma il vero bastione da conquistare non è un punto fisico, bensì un punto ideologico. Sì, perché laddove l'ideologia conquista una singola mente, è lì che si installerà la guerra contro gli infedeli, e potrebbe essere in Afghanistan, in Iraq, ma anche a Parigi, Madrid, Londra o Voghera, indifferentemente.

Giuseppe Santomartino, grazie alla sua esperienza sul campo (Giordania, Iraq, Tampa, Bruxelles), ha provveduto ad analizzare in modo completo, e interessante, tutti i principali ideologi del jihadismo, che quindi sono i motori primi che spingono per la lotta armata, convincendo i seguaci della sua giustezza, anzi del suo presunto obbligo. L'autore dunque ci aiuta a comprendere a fondo le basi del jihad, ma non si ferma qui: suggerisce inoltre la strategia della counter-ideology come l'unica potenzialmente efficace per combattere (attraverso armi ideologiche, e non fisiche) l'ideologia jihadista.

Un libro completo ed esaustivo per chiunque desideri comprendere a fondo “da dove arriva” il jihad, con tutte le sue conseguenze nefaste.

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